A Spezzano Albanese il 30 aprile scorso gli anarchici/e i/le libertari/e del cosentino si sono dati appuntamento, nella piazza principale del centro Arberesh, aspettando il primo maggio.
Consapevoli del fatto che non vi sia nulla da festeggiare e che, anzi, la giornata del primo maggio è da restituire alla lotta sottraendola, quindi, alle rituali commemorazioni statali e para-statali (in particolare dei sindacati concertativi) sul palco allestito dalla FMB (federazione municipale di base) e dalla FAI Spixana una piazza affollata da compagni e compagne ma anche dai tanti abitanti del paese, ha potuto ascoltare gli interventi di Maria Fortino (USI Educazione) che ha ricordato le ragioni dello sciopero generale indetto dall’Unione Sindacale Italiana – AIT che è contro la liberalizzazione degli orari di lavoro delle grandi distribuzioni, quindi l’apertura nei giorni festivi che, invece, rivendica: la settimana di lavoro composta da un massimo di trenta ore lavorative; un massimo di trenta anni di contributi ai fini pensionistici; abbassamento a sessanta anni anagrafici per ottenere la pensione. Alla luce di tutto questo la piazza è stata invitata a boicottare gli esercizi commerciali aperti il primo di maggio e, per chi lavora, ad aderire allo sciopero. La lotta dell’unione sindacale non va affatto confusa con chi fa del sindacato un mestiere, la lotta che si intende perseguire è volta alla trasformazione della società in senso solidale e anarchico.
A seguire ha preso la parola Giovanni Nociti della FMB che ha incentrato l’attenzione del suo intervento su questioni locali che , tuttavia, si ritrovano simili un po’ dappertutto in Italia. Nociti ha denunciato il trasformismo della politica locale, i repentini cambi di casacca finalizzati al solo mantenimento del potere, da parte della sempre eguale oligarchia al potere. Intanto gli spazi collettivi del paese sono utilizzati da poche famiglie come se fossero una proprietà privata. L’ultimo intervento è stato quello di Domenico Liguori, per la FAI Spixana che ha spaziato da tematiche locali, ribadendo quanto detto da Nociti, per giungere a questioni nazionali in particolare l’astensionismo attivo. Per quanto riguarda il territorio ha denunciato la mancanza di trasparenza nella gestione della cosa pubblica, il degrado in cui versa il centro storico che viene, da anni, penalizzato in favore di una sfrenata cementificazione che ha colpito il paese, come la gran parte della Calabria e a farne le spese sono gli abitanti, l’ambiente, la memoria storica dei luoghi. Liguori ha poi ricordato la brutta situazione in cui versano gli stabilimenti termali di Spezzano che potevano essere gestiti, direttamente, da chi vive nel paese invece sono nelle mani della solita “catena” all’ italiana che favorisce gli amici degli amici. Pertanto, alla luce di questa situazione che senso ha recarsi alle urne? La partecipazione oggi è intesa solo come una croce su una scheda elettorale, a gestire poi il paese ci pensano sempre le solite persone che in tempi di campagna elettorale promettono trasparenza, coinvolgimento degli abitanti ma, una volta ottenuto il potere, dimenticano tutte le loro promesse e non esitano a gestire per soddisfare, esclusivamente, meri interessi personali. Ecco perché gli anarchici, da sempre, parlano di astensionismo attivo.
Anarchici/e e liberatari/e del cosentino
Video dell’intervento di Domenico Liguori